Circolo della Montagnola






Powered by Blogger

sabato 22 marzo 2008

RASSEGNA STAMPA : UN ARTICOLO AL GIORNO

Se decolla la propaganda
(L’Unità – Alfredo Recanatesi)


Davvero qualcuno potrebbe credere che in Italia ci siano imprenditori disposti a investire sul risanamento e sul rilancio di Alitalia? Via. Se in Italia ci fosse una Imprenditoria con la “i” maiuscola la compagnia non sarebbe arrivata allo stato precomatoso nella quale purtroppo si trova. Di tempo per pensarci e organizzarsi non è certo mancato dal momento che il problema si è posto da almeno cinque anni, ossia da quando una soluzione sarebbe stata finanziariamente meno impegnativa e industrialmente meno complessa.
L’ipotesi, si sa, è stata avanzata da Berlusconi nel corso di un intervento elettorale. Come imprenditore, oltre che come politico, Berlusconi si ritiene un leader. Ma, mentre un leader politico può dire ciò che vuole, rimanendo a chi lo ascolta in che misura dargli credito, un leader imprenditore no: se entra oggi, a pochi giorni dalla scadenza che l’unico potenziale acquirente ha posto per una definitiva decisione, nella questione Alitalia deve farlo seriamente. Il leader politico può anche limitarsi a sventolare la bandiera dell’italianità per caricare il suo elettorato in vista delle elezioni. Il leader imprenditore, se auspica e sollecita una cordata di imprenditori italiani per rilevare e rilanciare la compagnia, la deve rendere credibile mettendo sul piatto, lui per primo, l’impegno finanziario che è disposto ad assumersi nella operazione. Invece lui ha gettato il sasso e ritirato la mano, dicendosi personalmente disinteressato alla questione per via del suo impegno politico (sic!) ma prospettando, tanto per dire, una possibile, ma sempre vaga, adesione dei figli. Il cardine dell’operazione dovrebbe essere - sempre nell’ipotesi di Berlusconi - la accoppiata Air One-Banca Intesa, che già si fece avanti quando fu bandita l’asta, ma con un piano industriale che non raccolse valutazioni positive, tanto che la stessa Banca appare già da tempo ben lontana dai suoi originari entusiasmi.

È evidente, dunque, che quella di Berlusconi è solo una strumentalizzazione in chiave elettorale di una vicenda triste, per molti aspetti drammatica, come quella di Alitalia. Una strumentalizzazione soprattutto degli interessi lombardi che ruotano attorno all'aeroporto di Malpensa. Berlusconi, infatti, non si è limitato a prospettare una possibilità alternativa, ma ha espresso palese contrarietà nei confronti ai Air France-Klm, ben sapendo che il presidente Spinetta puntava ad ottenere il consenso anche del centro-destra per evitare il rischio di ritrovarsi un governo ostile in un Paese del quale gestisce la compagnia di bandiera. Tutto - si diceva - per tutelare il ruolo ed i fatturati di Malpensa, ossia di un aeroporto che - è bene ricordarlo - come hub è sostanzialmente abortito poiché raccoglie una quota modesta del traffico intercontinentale originato nel Nord; ed è abortito perché lo stesso Nord ha commesso la follia di dotarsi di un aeroporto ogni cinquanta chilometri, per cui è molto più semplice e conveniente raggiungere un hub vero - come Zurigo, Fiumicino, Parigi o Francoforte - con un volo da uno di questi aeroporti “sotto casa” che raggiungere Malpensa per strada o in treno.

L’ultimo affronto che Alitalia poteva meritare è proprio di vedere quanto può ancora costituire il suo futuro sacrificato sull’altare di una contingente convenienza elettorale. L’offerta di Air France-Klm può essere anche giudicata colonialista, opportunista, o quel che volete voi. Alcune condizioni poste possono anche essere ritenute mortificanti. Può essere irritante, specie per la mentalità italiana secondo la quale niente è mai definitivo e tutto si può sempre trattare, che si sia arrivati al “prendere o lasciare”. Ma non è questo il punto. Il punto è che il gruppo franco-olandese è l’unico ad offrire ad Alitalia un futuro credibile. Altre possibilità, dopo mesi di procedura ufficiale ed anni di sondaggi, non ce ne sono. Possiamo piangere fiumi di lacrime sul latte versato, ma questo non varrebbe a definire una alternativa. Se l’offerta di Air France-Klm viene lasciata decadere, la situazione economico-patrimoniale di Alitalia rende pressoché automatico il commissariamento, seguito a ruota dal fallimento. E fallimento significa che molti rami d'azienda di Alitalia verranno chiusi, altri finiranno ad altre compagnie o società di servizi, i più perderanno il lavoro, quelli che lo manterranno ricominceranno da zero o quasi, alle dipendenze di altre società.

Creare l’illusione che possano esserci soluzioni più convenienti, più “italiane”, più disponibili a mantenere gli attuali organici alle condizioni economiche e normative attualmente vigenti, e magari anche a mantenere sulla giacca di Malpensa i galloni di hub intercontinentale; tutto questo può aiutare a conquistare facili consensi da spendere il 13 aprile, alla condizione, però, che non si pensi neppure al conto che dopo si dovrà pagare.

postato da pd.montagnola

COMMENTA QUESTO ARTICOLO