Circolo della Montagnola





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venerdì 27 febbraio 2009

ELEZIONI EUROPEE E ALTRI EVENTI

aggiornato (22/05/2009)


PRIMATI D’ITALIA

Nel 2009 grazie all’operosa attività del governo di centrodestra del duo

Berlusconi-Tremonti, il paese raggiungerà importanti primati economici

consolidando la posizione di leader in ambito CEE e mondiale.

In base alle previsioni di tutti gli Organismi ufficiali ( FMI, OCSE, CEE ) confermati nella “Relazione Unificata sull’Economia e Finanza pubblica” emessa dal ministro Tremonti si presenta il seguente, brutto quadro :



* RICCHEZZA dell’ITALIA (PIL) - 4,4% (-70 miliardi di euro di minor ricchezza)

* DEBITO PUBBLICO dal 106 al 116 % del PIL (circa 1700 miliardi euro)

* DISOCCUPAZIONE circa il 9% con oltre un milione di nuovi disoccupati

* PRESSIONE FISCALE al record di 43,5% con le manone del governo che sfondano le tasche degli italiani onesti e salvano gli evasori.

Questi purtroppo sono i numeri forniti non dai “corvi che diffondono pessimismo” ma dai chiacchieroni (ministero dell’economia-Tremonti) che governano l’economia del paese e che finora avevano sempre negato l’esistenza di una crisi.

Ma la cosa più brutta è per l’Abruzzo : i comuni interessati hanno verificato che nel decreto del governo NON CI SONO I SOLDI PROMESSI. C’è solo 1 miliardo (invece di 8) di cui 300 milioni già spesi per l’emergenza e gli altri previsti dal 2011,gestiti dallo Stato invece che dai comuni. Ancora una volta parole e passeggiate del governo. I comuni dell’Abruzzo chiedono la gestione diretta, controllata dai cittadini, velocità di esecuzione, ricostruzione a carico dello Stato come in Umbria e Friuli. IL PD è con loro

Gli ITALIANI sono chiamati a riflettere davanti a dati così negativi che presentano un “PAESE REALE” in difficoltà e molto diverso dal “PAESE VIRTUALE” che viene pubblicizzato dai mezzi di comunicazione governativi.

Il PD ribadisce ancora una volta, chiedendo ai sordi al governo di ascoltare, che per combattere davvero la crisi occorre:

- rimettere in moto l’economia con investimenti reali immediati (opere anche piccole nei comuni e già pronte che inizino subito e non tra qualche anno come il ponte di Messina)

- facilitare il credito bancario verso la piccola-media impresa ed il commercio (controllo sulle banche)

- una riduzione immediata delle tasse per i più bisognosi.

- Un aiuto immediato per tutto il 2009 con assegno mensile di disoccupazione per chi non può usufruire della cassa integrazione (lavori a progetto,precari licenziati) .

- Creare un piano per la riconversione energetica verso le fonti pulite di energia che può produrre migliaia di posti di lavoro (come negli USA) soprattutto al sud e farci risparmiare comprando meno petrolio.

- Sviluppo, Difesa e valorizzazione del made in Italy,



- INTEGRAZIONE con i Paesi EUROPEI per una politica comune !

IL 6 e 7 GIUGNO VOTA PARTITO DEMOCRATICO

Circolo PD Grottaperfetta Via Cesarini 69H aperto lunedì. mercoledì 18.30 - 20

http://pdgrottaperfetta.myblog.it tel.0651530597 mail pdgrottaperfetta@libero.it

Con preghiera di pubblicazione
Comunicato Stampa



Oggetto: Approvata in Municipio Roma XI la Delibera "Istituzione del Registro dei Testamenti Biologici e disposizioni di fine vita"

La Giunta del Municipio Roma XI ha deliberato l'“Istituzione del Registro dei Testamenti Biologici e disposizioni di fine vita.”

La Delibera, che nasce da una mozione votata in Municipio dalla maggioranza di centro sinistra e dalla Lista Civica Amici di Beppe Grillo, avente per primo firmatario il Consigliere del PD Delegato alla Sanità, Antonio Bertolini, offre ai residenti una grande opportunità in tema di rispetto dei diritti civili e costituzionali.

Oltre al Testamento biologico, la scelta del tipo di assistenza religiosa e sulla eventuale cremazione nonchè la disponibilità alla donazioni di organi, costituiscono gli assi portanti della Delibera che ha visto il Partito Democratico del Municipio Roma XI unito nel rispetto della bioetica, della Carta fondamentale dei Diritti dell'Unione Europea e della Costituzione italiana.

I tre Assessori del Partito Democratico Municipio Roma XI
Alberto Attanasio, Nicola Cefali, Carla Di Veroli



Gabriele Basile eletto coordinatore del municipio XI

Lunedì 30 marzo, presso il Caffè Letterario di via Ostiense, si è svolta la votazione per il coordinatore dei circoli del municipio XI di Roma. L'assemblea competente, composta da tutti i membri dei coordinamenti dei 6 circoli PD del municipio 11, ha dato fiducia all'unico candidato Gabriele Basile, con il voto del 66% degli aventi diritto e del 97% dei votanti.
Il circolo Montagnola fa gli auguri a Gabriele in vista del suo difficile compito.


Mozione congressuale del PD, XI municipio, sul Testamento Biologico

Mozione congressuale del PD XI municipio in merito a “Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e dichiarazioni anticipate di trattamento", all'indomani dell'approvazione in Senato della legge proibizionista, che ha affossato il “Testamento Biologico”. La mozione vuole impegnare i quadri dirigenti del Partito Democratico a perseguire ogni tentativo per far approvare una legge vera sul Testamento Biologico che garantisca in uno stato laico, senza interferenze da parte della politica stessa e tanto meno di autorità religiose, chi vuole optare con scelte personali che non sono limitanti nei confronti di chi su questi temi ha un sentire diverso, e vuole coerentemente diffonderlo e farlo condividere senza imposizioni.
Leggi la mozione all'indirizzo: http://pdgarbatella.ilcannocchiale.it/2009/03/31/mozione_congressuale_de_pd_xi.html

Elezioni Europee

Al link seguente si può prendere visione del regolamento per le elezioni europee approvato dalla direzione del PD:

http://www.partitodemocratico.it/dettaglio/74667/Regolamento_per_le_elezioni_europee

I luoghi della destra
e la sinistra senza luoghi
di ILVO DIAMANTI (La Repubblica)


La Destra - il Centrodestra, per usare un linguaggio politicamente corretto - ha fatto del territorio un fondamento della propria identità. Per la Lega Nord è il più importante. Un riferimento costitutivo. Reso visibile da una presenza territoriale diffusa. Attraverso i gazebo, i volontari in divisa, le stesse ronde (talora in camicia verde). Il federalismo fiscale, approvato dal Parlamento la settimana scorsa, contribuisce a rafforzare questa immagine. Non è possibile sapere, oggi, in che misura garantirà, effettivamente, l'autonomia responsabile delle regioni e degli enti locali. Tuttavia, si tratta di una bandiera piantata sul territorio. Per usare un ossimoro: un "simbolo pratico", che fa sembrare reali e attuali gli effetti di una legge approvata, ma non ancora in vigore.

Anche il principale partito di Destra (pardon, Centrodestra), il PdL, ha accentuato sensibilmente il rapporto con il territorio, facendone quasi un marchio.
Non tanto perché l'aggregazione tra Fi e An ha disegnato una geografia elettorale precisa e complementare a quella della Lega. Quindi: centro-meridionale. Ma perché il PdL ha sviluppato e sta sviluppando una politica "localizzata": profondamente associata ai "luoghi". È questa, a nostro avviso, la principale ragione del successo di pubblico - se non di critica - riscosso da Silvio Berlusconi dopo aver vinto le elezioni. Ciò può apparire singolare e quasi paradossale. Berlusconi è il Signore dell'Immagine. Della "politica come marketing". Il suo territorio coincide con lo "spazio mediatico". Anzitutto con la televisione. Non per caso, negli ultimi giorni, è stato coinvolto da polemiche relative alle candidature in vista delle prossime elezioni europee. Selezionate, alcune, non in base alla "presenza" nel partito e sul territorio. Ma alla "bella" presenza. E basta.

Silvio Berlusconi. Negli ultimi mesi, nell'ultimo anno, ha costruito la propria immagine - oltre a quella del governo - in rapporto diretto ai "luoghi" che hanno concentrato l'attenzione degli italiani. Nell'ultimo mese: l'Abruzzo e i luoghi del terremoto. La cui tragedia ha suscitato l'emozione e la solidarietà popolare. Il dolore e la distruzione: sotto i riflettori, le telecamere. Ogni giorno: L'Aquila, Onna. E Berlusconi.

Sullo sfondo Gianni Letta. Visibile, nella sua invisibilità. Davanti a tutti - apripista e battistrada - Guido Bertolaso. Efficiente direttore della Protezione Civile. Ormai un'icona. Garante, appunto, della "protezione" dei cittadini, in occasione delle catastrofi che si abbattono - numerose, sempre impreviste e sempre prevedibili - nel nostro paese. Così bello e martoriato. Berlusconi c'è. Accanto ai terremotati. A testimoniare la "sua" solidarietà e la "sua" presenza: personale, politica e come capo del governo. In Abruzzo, fra qualche tempo, si riuniranno anche i Grandi del Mondo. Guidati da Lui. Che, nei prossimi mesi e nei prossimi anni, continuerà a recarsi lì. Per controllare e sottolineare la ricostruzione che procede. Il ritorno alla normalità. (Prospettive che - noi per primi - auspichiamo).

Questo legame - diretto, personale e politico - fra Berlusconi e i "luoghi", a nostro avviso, è all'origine della grande popolarità del premier in questo momento. L'Abruzzo ne è l'esempio recente, ma non unico. Basta pensare a Napoli, al tempo della campagna elettorale e all'indomani del voto. La città sommersa dai rifiuti, a sua volta palcoscenico e scenario mediatico frequentato da tutte le reti e da tutti i giornali. Non solo italiani. Più efficace di qualsiasi mobilitazione politica a raffigurare la sconfitta del progetto di "ricostruire" il Mezzogiorno. E, dunque, di Bassolino ma soprattutto della Sinistra. Pardon: del Centrosinistra. Napoli. Divenuta il simbolo dell'efficienza miracolosa e quasi taumaturgica di Berlusconi. Affiancato e sostenuto da Bertolaso. Sullo sfondo, invisibile e per questo più visibile, Gianni Letta. Da un anno, i rifiuti sembrano scomparsi. Almeno, dai media. E da un anno Silvio Berlusconi continua a recarsi con frequenza a Napoli. Vi riunisce il governo. Partecipa a feste private di compleanno. Semplicemente, ci passa. Un salto rapido per vedere come vanno le cose e via.

L'identificazione del governo e di Berlusconi con i "luoghi del degrado e della ricostruzione", della morte e della rinascita. E, insieme, il legame della Lega - l'allitterazione non è involontaria - con il territorio e in particolare con il Nord. Rendono più evidente, per contrasto, la distanza dell'opposizione di Sinistra - pardon: centrosinistra - dal territorio. Un paradosso, perché il Pd è l'erede dei maggiori partiti di massa della prima Repubblica. La Dc e il Pci. Tanto radicati nel territorio e nella società da caratterizzare la stessa definizione geopolitica di alcune zone del paese.

Definite "bianche" (le regioni del Nordest) oppure "rosse" (quelle del Centro). Oggi il Pd è affaccendato in altre faccende. Certo, nelle sue liste per le europee non si incontrano "veline". Ma ha presentato candidati e soprattutto capolista scarsamente collegati al territorio. (Per usare un eufemismo). Mentre i sindaci - principali interpreti del legame della Sinistra con il territorio, durante la seconda Repubblica - non godono di grande popolarità. Soprattutto quelli del Nord. Le loro critiche al distacco del partito dagli interessi locali sono accolte con insofferenza. E indifferenza. Il Pd come il PdL: si è personalizzato. Concentrato e diviso alla ricerca del suo Berlusconi, sta perdendo i presidi sul territorio. Non solo nel Nord. A Roma, dopo 15 anni governa la Destra. Nel Sud, pare aver abbandonato Napoli e la Campania, per oltre dieci anni le nuove "zone rosse". E alle elezioni di giugno la "battaglia europea" sembra più importante, per il Pd, rispetto alla difesa delle ultime roccaforti: Bologna e Firenze.
Si assiste, così, a un singolare - e oseremmo dire: storico - rovesciamento delle parti. Mentre la Destra costruisce e inventa i suoi luoghi, la Sinistra li ha dimenticati.

Era utopica. Oggi è atopica.

(3 maggio 2009)

Scalfari (La Repubblica) sul Congresso del Pdl:

http://www.repubblica.it/2009/03/sezioni/politica/scalfari-editoriali/scalfari-editoriali/scalfari-editoriali.html

Interessante articolo di Merlo (La Repubblica) su Berlusconi e Fini (al link seguente):

http://www.repubblica.it/2009/03/sezioni/politica/congresso-an/editoriale-merlo/editoriale-merlo.html


Mangano & manganello
(Marco Travaglio - L'Unità)


Nell’ultimo anno il cavalier Benito Berlusconi ha comunicato che: 1) la sua Augusta Persona non può più essere sottoposta a processo penale, qualunque reato commetta; 2) se una sentenza della Cassazione non gli garba, lui la cambia per decreto; 3) se il capo dello Stato non firma il decreto, è un ostacolo alla governabilità; 4) se la Costituzione gli impedisce di decretare su quel che gli pare, bisogna cambiarla anche a colpi di maggioranza, anche sciogliendo le Camere e «tornando al popolo». Ora ribadisce che 5) il Parlamento gli fa perder tempo, con tutti quei deputati e senatori (peraltro in gran maggioranza nominati da lui con finte elezioni) che non si sa mai come voteranno e propone 6) di far votare solo i capigruppo per evitare «sorprese». Ci sarebbe pure la Costituzione, che prevede il voto del singolo parlamentare «senza vincolo di mandato», ma che sarà mai. Intanto 7) i giudici che indagano o arrestano o scarcerano chi non vuole il governo vengono immantinente visitati dagli ispettori di Al Fano. E 8) le strade sono pattugliate da militari e ronde di partito, embrione della nuova Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale. E 9) le banche finiscono sotto controllo dei prefetti, cioè del Ministero dell’Interno. E, per chi protesta, è alle viste 10) una forte riduzione del diritto di sciopero. E 11) il governo prepara norme-bavaglio per la stampa e per i blog. E 12) pretende di scegliersi anche il presidente della Rai, che spetta all’opposizione. Domanda ai fini dicitori che invitano sempre a non demonizzare: ci dite, gentilmente, come si chiama questa roba qua?


Informazioni sul Nucleare



Per evitare polemiche sterili e potersi formare un’opinione corretta, è utile valutare opportunità e rischi e ascoltare tutti gli esperti con formazione scientifica e alta competenza.
Di seguito si riportano due diversi pareri, il primo di un gruppo di grandi scienziati italiani, il secondo del premio Nobel Carlo Rubbia.


Ecco cosa scrivevano del ritorno al nucleare i più grandi scienziati italiani due anni fa

Illustre Signor Presidente,

noi sottoscritti, fondatori dell’Associazione Galileo 2001, per la libertà e dignità della Scienza, sentiamo il dovere di sottoporre alla Sua attenzione la difficile situazione energetica che penalizza il nostro Paese; una situazione figlia di alcune scelte irresponsabili e di lunghi anni di scarso interesse politico e di disinformazione mass-mediatica. Circostanza ancora più grave è il fatto che si prospettano oggi ai cittadini soluzioni immaginifiche e in aperto contrasto con le conoscenze economiche, scientifiche e tecnologiche, allontanando così le scelte dotate di prospettive concrete.

Non crediamo di fare retorica nel sostenere che l’energia è il nutrimento della civiltà e che senza energia e senza un suo impiego oculato una civiltà può solo scomparire: più precisamente, non la produzione d’energia, ma la disponibilità di energia, abbondante, economica, sicura e amministrata con competenza, è una condizione essenziale per il benessere e lo sviluppo di un Paese, ed è ciò che genera competitività e occupazione e, conseguentemente, progresso civile.

A causa dell’elevata dipendenza energetica (importa oltre l’80% dell’energia primaria che consuma) e del conseguente elevato costo dell’energia (quella elettrica, al netto delle imposte, costa agli italiani quasi il 40% in più rispetto alla media europea), l’Italia sta perdendo terreno nel confronto economico con i partners europei, assieme ai quali dovrebbe invece perseguire una più armonica strategia energetica comune:


1. Oggi, il cittadino spagnolo usufruisce del 10% in più d’energia primaria rispetto al cittadino italiano, l’inglese del 25% in più, il francese del 40% in più e il tedesco arriva al 65% in più. Simili percentuali valgono anche per la sola energia elettrica: rispetto al cittadino italiano, si va dal 10% in più utilizzati dal cittadino spagnolo al 55% in più utilizzati dal tedesco.

2. L’Italia è il Paese europeo con la maggiore produzione d’energia elettrica da gas naturale e petrolio - fonti costose e inquinanti - e con la maggiore importazione diretta d’energia elettrica (51 miliardi di chilowattora nel 2003, contro i 2 miliardi di kWh che importò il Regno Unito, 1 miliardo di kWh che importò la Spagna, e i 10 e 66 miliardi di kWh che esportarono, rispettivamente, la Germania e la Francia); circostanza, questa, che crea anche rischi alla sicurezza dell’approvvigionamento, come i black-out del recente passato hanno evidenziato.

3. La totalità dell’energia elettrica importata in Italia proviene dalle centrali nucleari d’Oltralpe. Mentre - giova ricordare - nel 2003, Francia, Germania, Regno Unito e Spagna produssero, rispettivamente, 420, 157, 85 e 60 miliardi di KWh elettrici dagli oltre 100 reattori nucleari in esercizio in quei Paesi.

A fronte di questa situazione oggettiva e dell’urgenza di un’azione, vi sono responsabili politici e organi d’informazione che vanno diffondendo l’illusione che sia seriamente possibile affrontare il dissesto energetico facendo ricorso alle varie nuove forme di sfruttamento dell’energia solare rinnovabile: l’eolica, la solare termica o fotovoltaica, e i biocombustibili (che sono, tutte, forme dirette o indirette d’energia dal sole). Oppure, facendo ricorso a tecnologie futuribili, oggi prive di prospettive di concreta realizzabilità sia nel breve che nel medio termine.

Noi riteniamo che i cittadini debbano ricevere piena informazione, fornita con onestà e senza pregiudizi ideologici: essi devono conoscere le conseguenze, per sé e per i propri figli, delle scelte adottate in tema di politica energetica e, soprattutto, non devono essere illusi con promesse che la scienza più accreditata e la tecnologia più avanzata non possono contribuire a sostenere.

Ferma restando la sua capitale importanza in tutti i processi vitali, per i bisogni energetici dell’umanità l’energia solare rinnovabile, in tutte le sue varie forme, non è certamente l’energia del presente: essa ha soddisfatto il 100% del fabbisogno umano dalla notte dei tempi fino a un paio di secoli fa, mentre oggi il contributo energetico dal sole, se si esclude la fonte idroelettrica, è – in Italia come nel mondo - inferiore all’1%. Né si vedono ragioni per ritenere che nel futuro l’energia solare possa dare contributi sostanziali: in particolare, è improbabile, se non illusorio, che le forme d’energia solare diverse da quella idroelettrica possano offrire contributi veramente significativi al fabbisogno energetico del nostro Paese. La fonte eolica lo ha già dimostrato nel Paese - la Germania - che più d’ogni altro v’ha investito: assai modesto è infatti il contributo elettrico che proviene dalle più di 15.000 turbine eoliche ivi installate: circa 3% dall’eolico contro il 30% da nucleare (la cui potenza installata è, in Germania, quasi uguale a quella eolica). Il solare termico produce solo aria o acqua calda, e a questo scopo il mondo usa meno del 10% dell’energia che consuma, di cui la porzione maggiore è consumata dalle zone che meno possono servirsi del solare termico; e, infatti, esso contribuisce nel mondo per meno dello 0,001%, anche perché è molto più conveniente utilizzare l’energia dalla rete del gas o elettrica cui ogni edificio deve comunque essere connesso. Quanto al solare fotovoltaico, per produrre con questa tecnologia meno dell’1% dell’energia elettrica consumata dagli italiani, i soli pannelli fotovoltaici (senza installazione, trasformatori, ed eventuali accumulatori) costerebbero la proibitiva cifra di più di 10 miliardi di euro, e vi sono valide ragioni tecniche per dubitare che questi costi possano significativamente abbattersi. Il Paese va anche chiaramente informato sulle reali prospettive dei biocombustibili: quando si tenga conto dell’energia necessaria nei processi agricolo e industriale per produrli, l’energia netta da essi ottenuta è di modesto rilievo. In ogni caso, assumendo le più favorevoli condizioni, per risparmiare meno del 5% del solo petrolio che consumiamo, bisognerebbe coltivare a biomassa l’intera superficie della pianura padana (oltre 45.000 kmq).

Il mondo produce oggi da tutte le nuove fonti rinnovabili messe insieme - geotermia, rifiuti, biomassa, eolico, e solare termoelettrico e fotovoltaico - meno del 2% dell’energia elettrica che consuma. Quanto a produzione da queste fonti, l’Italia è già al terzo posto in Europa con 11 miliardi di kWh prodotti nel 2003 (il 10% dell’intera produzione europea da queste fonti); nonostante ciò, l’energia elettrica così prodotta copre meno del 4% dell’energia elettrica consumata dal Paese.

La fusione nucleare e l’idrogeno, spesso citate come tecnologie a portata di mano, sono ancora allo stato potenziale. La prima è tuttora limitata allo stadio di ricerca con prospettive a lungo termine. Quanto all’idrogeno - che non è una fonte d’energia perché esso non esiste sulla Terra nella forma utilizzabile come combustibile - la sua produzione richiede una quantità d’energia molto superiore a quella da esso ricavabile, e per questa ragione il suo utilizzo su larga scala è vincolato anche alla disponibilità di energia abbondante, economica e sicura.

Oggi, quella disponibilità alternativa alle fonti fossili - inquinanti e sempre più costose - è offerta solo dalla tecnologia nucleare da fissione. Una tecnologia ormai ben collaudata, che trova largo e sicuro impiego nella maggior parte del mondo industrializzato, e che non può pertanto continuare ad essere esclusa dalle strategie energetiche del nostro Paese.

Teniamo a precisare che con questa nostra critica noi non proponiamo di sospendere, fermare o rallentare le ricerche sulle energie rinnovabili; ricerche che potrebbero portare, in un futuro pur lontano, alla scoperta, che nessuno può naturalmente escludere, di nuovi metodi d’impiego di queste forme d’energia. Questa nostra critica invita solo a non alimentare speranze, vicine o illusorie, sulla soluzione di quel grande problema che è la situazione energetica del Paese e che ha bisogno di essere responsabilmente affrontato.

Le chiediamo pertanto, Signor Presidente, di farsi promotore - nei modi che vorrà considerare più adeguati - di azioni che consentano la diffusione di quella informazione franca e trasparente che è condizione necessaria perché un Paese possa dirsi veramente democratico.

Certi della Sua considerazione, porgiamo i nostri più cordiali saluti e, con l’occasione, anche i migliori auguri per le imminenti festività e il nuovo anno.

Renato Angelo RICCI, Presidente

Giorgio SALVINI, Presidente Onorario
Umberto VERONESI, Presidente Onorario

Franco BATTAGLIA, Vice Presidente Vicario
Carlo BERNARDINI, Vice Presidente
Tullio REGGE, Vice Presidente
Umberto TIRELLI, Vice Presidente

Angela ROSATI, Segretario Generale

Silvio GARATTINI, Direttore Istituto Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”
Gian Tommaso SCARASCIA MUGNOZZA, Professore Emerito di Genetica Agraria, Comitato Nazionale Biotecnologie
Giorgio TRENTA, Presidente Associazione Italiana di Radioprotezione Medica
Paolo VECCHIA, Presidente ICNIRP

Stefano AGOSTEO, Ordinario di Strumentazioni nucleari, Politecnico di Milano
Alessandro BAILINI, Ingegnere Nucleare, Politecnico di Milano
Claudia BALDINI, Vice Presidente Associazione Bioetica di Ravenna
Lanfranco BELLONI, Ricercatore di Fisica, Università di Milano
Argeo BENCO, Fisico, già Presidente Associazione Italiana di Radioprotezione
Alessandro BETTINI, Ordinario di Fisica Generale, Università di Padova
Giuseppe BLASI, Architetto, Presidente Associazione ProgettAmbiente
Mirko BRESSANELLI, Ingegneria Nucleare, Politecnico di Milano
Tullio BRESSANI, Ordinario di Fisica Sperimentale, Università di Torino
Giovanni CARBONI, Ordinario di Fisica Generale, Università di Roma-Tor Vergata
Diego CATTANEO, Ingegnere Elettronico, Politecnico di Milano
Arrigo CIGNA, già ricercatore ENEA
Leopoldo CONTE, Ordinario di Fisica Medica, già Presidente Associazione Italiana di Fisica Medica
Leone CORRADI DELL’ACQUA, Ordinario di Scienza delle Costruzioni, Politecnico di Milano
Guido FANO, già Ordinario di Metodi Matematici della Fisica, Università di Bologna
Rodolfo FEDERICO, Ordinario di Fisiologia Vegetale, Università di Roma-Tre
Gianni FOCHI, Professore di Chimica, Scuola Normale Superiore di Pisa
Paolo FORNACIARI, Ingegnere, Presidente Comitato Italiano Rilancio del Nucleare
Renato GIUSSANI, Ingegnere, Direttore MIND
Roberto HABEL, Comitato di Presidenza, Società Italiana di Fisica
Alberto LANZAVECCHIA, Economista, Università di Parma
Carlo LOMBARDI, Membro del Comitato Scientifico ENEA
Lelio LUZZI, Ricercatore Impianti Nucleari, Politecnico di Milano
Giorgio MOLINARI, Ordinario di Elettrotecnica, Università di Genova
Stefano MONTI, Ingegnere nucleare, ENEA
Giovanni V. PALLOTTINO, Ordinario di Elettronica, Università di Roma-La Sapienza
Matteo PASSONI, Ingegnere Nucleare, Politecnico di Milano
Ernesto PEDROCCHI, Ordinario di Energetica, Politecnico di Milano
Carlo PELANDA, Docente di Politica ed Economia Internazionale, University of Georgia, Athens GA, USA
Aulo PERINI, Medico Radioprotezionista
Guido PIZZELLA, Ordinario di Fisica, Università di Roma-Tor Vergata
Norberto POGNA, Dirigente di ricerca, CRA-Istituto Sperimentale per la Cerealicoltura
Francesca QUERCIA, Geologo, Agenzia per la Protezione dell’Ambiente
Niccolò RIGHETTI, Ingegnere Nucleare
Alceste RILLI, Ingegnere nucleare, AIN
Roberto ROSA, Fisico Nucleare
Valeria RUSSO, Ingegnere Nucleare, Politecnico di Milano
Francesco SALA, Ordinario di Botanica e Direttore Orti Botanici, Università di Milano
Sandro SANDRI, Fisico
Alberto SILVESTRI, Ingegnere nucleare, ENEA
Giorgio SIMEOLI, CNR
Elena SOETJE BALDINI, Segretario Associazione Bioetica di Ravenna
Ugo SPEZIA, Ingegnere nucleare, Segretario Generale AIN
Carlo STAGNARO, Direttore Ecologia di Mercato, Istituto “Bruno Leoni”
Francesco TROIANI, Fisico, ENEA
Roberto VACCA, Ingegnere, Scrittore
Giulio VALLI, Ingegnere nucleare, ENEA
Vincenzo VAROLI, Ordinario di Elettronica Industriale, Politecnico di Milano
Franco VELONÀ, Ingegnere nucleare, Politecnico di Bari

In particolare il nuclearista fisico e matematico Tullio Regge minimizza il problema delle scorie radioattive:

«Uno dei sistemi utilizzati in Francia è fonderle e vetrificarle in una matrice insolubile, col piombo (che assorbe le radiazioni); poi le barre sono calate in cave profonde, dove ci sono depositi di salgemma. Il sale indica che lì non è mai passata acqua, cioè l’unica che potrebbe spargere radioattività».



Il parere del premio Nobel Rubbia:

Dobbiamo tener conto che il nucleare è un’attività che si può fare soltanto in termini di tempo molto lunghi. Noi sappiamo che per costruire una centrale nucleare sono necessari da cinque o sei anni, in Italia anche dieci. Il banchiere che mette 4 - 5 miliardi di Euro per crearla riesce, se tutto va bene, a ripagare il proprio investimento in circa 40 - 50 anni.
C’è un secondo problema: un errore che spesso la gente compie. Si pensa che il nucleare possa ridurre il costo dell’energia. Questo non è vero: un recente studio ha dimostrato, per esempio, che i costi per il nucleare in Svizzera continueranno ad aumentare.
I costi per il nucleare variano notevolmente da paese a paese: in Germania ha un prezzo di circa due volte e mezzo in più rispetto a quello francese. Ciò è dovuto al fatto che il nucleare in Francia è stato finanziato per anni dallo Stato, quindi dai cittadini. Ancora oggi, le 30.000 persone che lavorano per il nucleare francese sono pagate grazie agli investimenti massivi dello Stato. L’aumento del numero di centrali atomiche nel mondo in questi ultimi anni ha causato, inoltre, un considerevole aumento del costo dell’Uranio, che difficilmente tornerà a scendere. Il nucleare è dunque molto costoso, anche nel lungo periodo.
Io penso che se davvero noi volessimo adottare il nucleare in Italia lo potremmo fare, ma dovremmo organizzare procedure di contorno per supportare questa iniziativa. La quantità di energia richiesta dall’Italia è paragonabile a quella francese. Se dunque volessimo produrre il 30% dell’energia elettrica con il nucleare, come succede anche in Spagna, Germania e Inghilterra, ci servirebbero 15 - 20 centrali nucleari. In pratica una per regione.
Ciascuna di queste centrali produrrà una certa quantità di scorie, un problema estremamente serio. In America la questione è di stretta attualità. Sia Obama che Clinton hanno affermato chiaramente che Yukka Mountain - il più grande deposito di scorie in USA - andrebbe eliminato per trovare un sito più adatto per lo stoccaggio dei rifiuti radioattivi. La soluzione di isolarli e sotterrarli non è infatti efficace come si vorrebbe.
Mi chiedo dunque: se non si riesce a risolvere il problema della costruzione di un inceneritore per riuscire a bruciare l’immondizia, come riusciremo a sistemare queste grandissime quantità di scorie nucleari che nessuno al mondo sa ancora smaltire?
In realtà, la risposta tecnicamente c’era per recuperare le scorie e renderle innocue. Io avevo un bellissimo programma per implementare questa tecnologia, per bruciare le scorie con gli acceleratori di materia. Il programma è stata bocciato e non finanziato dall’Italia, tanto da spingermi ad emigrare in Spagna.

Commenti

Molto appropriati e interessanti i due pareri sull'argomento che rimane
comunque lo si affronti abbastanza controverso e di difficile soluzione
definitiva.
Svolgo alcune considerazioni che mi derivano anche da una certa
epserienza nel settore dell'inquinamento ambientale:
1) Le fonti tradizionali di energia, principalmente gasnaturale e
petrolio sono molto inquinanti, soprattutto il petrolio e oltre
all'incertezza dell'approvigionamento, comportnao costi elevati anche
per le tecniche di abbattiemento degli inquinanti e provocano comunque
danni ingenti all'ambiente e alla salute.
2)L'energia da fissione nucleare costa di meno in termini assoluti come
KW prodotto ma ha costi di gestione molto elevati perché richiede
tecnologie di sicurezza e personale super specializzato con standard di
sicurezza di altissimo livello. Vi è poi il problema dello smaltimento
delle scorie anche se le centrali di nuova generazione consentono di
produrne in quantità molto inferiore (circa mille volte di meno)
3) Le energie alternative e rinnovabili sui cui bisogna senz'altro
puntare non sono al momento una soluzione ai bisogni energetici
dell'Italia.
4) Poiché siamo circondati da centinaia di centrali nucleari e come
abbiamo potuto sperimentare con Chernobyl l'inquinamento radioattivo non
ha confini, il rischio di contaminazione anche grave per l'Italia è
molto simile anche se scegliamo la denuclearizzazione.
5) L'Italia che vantava una delle migliori tradizioni sia sul piano
scientifico che su quello tecnologico nel campo nucleare esporta ora la
propria tecnologia all'estero.

Non è facile prendere una posizione ma io personalmente non sono per il
preconcetto bando della risorsa fissione nucleare almeno fino a che non
si raggiungono soluzioni economicamente paraticabili con altre forme di
energia.

Pietro Malara
Ministero del Lavoro, della Salute e delle politiche sociali. Viale G.
Ribotta 5 (angolo Viale Oceano Pacifico)-Zona EUROPARCO -00142 Roma

postato da pd.montagnola

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