RASSEGNA STAMPA: UN ARTICOLO AL GIORNO
Una campagna comparativaGianfranco Pasquino - L'Unità
Specchio delle mie brame chi è il più bravo del reame? Quelle che negli Stati Uniti d’America vengono definite campagne "negative" (nella quale, sentendosi in caduta, sta scivolando Hillary Clinton), condotte con spot televisivi offensivi e ingannevoli, talvolta, addirittura falsi, non soltanto possono essere molto sgradevoli, ma non comunicano informazioni politiche rilevanti e finiscono, talvolta, come nel 2004, per inquinare drammaticamente l’esito del voto.
Tuttavia, è inevitabile che se uno dei contendenti ricorre alla campagna elettorale negativa anche l’altro sia costretto a incamminarsi lungo quella strada e a rispondere, magari non colpo su colpo, ma con l’obiettivo di svuotare gli argomenti truffaldini usati contro di lui.
In caso di conflitti negativi di questo genere, è difficile dire quanto la moderazione paghi. Esiste, però, anche un altro tipo di campagna elettorale che vorrei definire, spero senza scandalizzare nessuno, con il termine derivante dalla pubblicità, campagna comparativa.
In questa fattispecie, l’uno o l’altro dei contendenti, se non, meglio, tutt’e due, spiegano, con dati, cifre, fatti, valutazioni di costi e conseguenze, le proprie proposte politiche confrontandole puntigliosamente con quelle del suo avversario, e nessuno dei due rinuncia a ricordare all’elettorato quanto ottimamente abbia governato lui e quanto pessimamente abbia governato l’altro.
Qualsiasi elettorato, la cui attenzione all’inizio della campagna è per forza di cose alquanto limitata, sarà comunque esposto a questi messaggi comparati e quasi certamente interessato alle indicazioni e valutazioni sufficientemente precise che ne conseguono. Tanto è vero che la novità iniziale della campagna elettorale di Veltroni è consistita proprio in chiara e netta contrapposizione della corsa solitaria del Partito Democratico paragonata sia al passato convulso e conflittuale dell’Unione sia ad un centro-destra a sua volta ancora composito e confuso.
L’effetto di aggregazione esercitato dal PD sul Popolo delle Libertà è da valutare positivamente e la competizione, con buona pace di Bertinotti e di Casini, viene sicuramente vista dall’elettorato come chiaramente bipolare e non prodromo di nessuna Grande Coalizione.
Proprio per queste ragioni, chiarezza di scelte e alternatività di leadership, mi sembra che fin da adesso, Veltroni dovrebbe intraprendere e perseguire con determinazione una campagna comparativa. Non contrapporrei l’età e neppure discuterei di esperienza politica. Sono entrambe tematiche sulle quali è giusto che gli elettori diano valutazioni diverse con pesi diversi.
Non sarei neppure preoccupato dall’emergere di eventuali critiche alla demonizzazione dell’avversario che, probabilmente, Veltroni vuole evitare, ma che ne frenano lo slancio e il confronto. Si ha demonizzazione quando l’avversario viene attaccato nella sua persona e si rivangano avvenimenti del passato che, per quanto magari anche veramente svoltisi, tendono a metterlo in cattiva luce come uomo e non come politico e come candidato. La rinuncia alla demonizzazione, quand’anche non del tutto condivisa nell’elettorato di alcuni settori del centro e della sinistra, è positiva in sé.
Inoltre, evita che emergano sul versante delle destra atteggiamenti vittimistici che, in parte, possono fare presa su alcuni settori di elettorato indeciso, specialmente se nutrito di antipolitica. Ma un conto è rinunciare alla demonizzazione, un conto qualitativamente diverso è abbandonare del tutto un confronto fra le capacità di governo dei due contendenti. In questo caso, tenere basso il tiro della critica mirata e documentata nei confronti dell’antagonista Berlusconi rischia di essere un errore con conseguenze anche gravi, soprattutto se la rimonta, appena iniziata, vuole continuare gradualmente.
Comincia il tempo nel quale non solo dovranno venire sottoposti a confronto i più importanti (preferibilmente non tutti, se non si vuole fare confusione nell’elettorato) punti programmatici e fatte emergere le effettive priorità, con i loro costi e i loro presumibili miglioramenti sulla vita dei cittadini, ma la comparazione dovrà estendersi proprio alle qualità personali e politiche dei contendenti.
Bisognerà, insomma, che Veltroni ricordi agli elettori le promesse non mantenute del suo oppositore, detto chiaramente, di Silvio Berlusconi, gli inconvenienti, in materia economica e costituzionale, del suo lungo periodo di governo (2001-2006), il bassissimo profilo e prestigio della sua politica estera e, in special modo, quella condotta in Europa dal suo governo e dai relativi ministri.
Non basta, infatti, presentarsi con proposte buone, per quanto sicuramente meglio definibili e migliorabili. Diventa imperativo procedere con determinazione ad un confronto personale e politico con il candidato Silvio Berlusconi, chiamato in causa con il suo nome e cognome e con tutte le sue inadeguatezze come governante.
La campagna comparativa promette di essere più interessante, più coinvolgente e, con tutta probabilità, in special modo quando si arriverà agli ultimi dieci decisivi giorni precedenti il voto, anche molto più efficace.
postato da pd.montagnola